“Una volta che entri dalla porta della TIN non ci sono differenze.
Siamo tutti lì, grandi e piccini, con la nostra lingua, la nostra cultura e religione, il nostro colore di pelle, i nostri pensieri, le nostre tradizioni.
Con i nostri occhi, di colori differenti…ma che guardano tutti ad uno stesso obiettivo: la Vita!
Combattiamo tante guerre, versiamo tante lacrime, ridiamo a crepapelle, ci abbracciamo, ci stringiamo nella gioia e nel dolore.
Perché noi lavoriamo con la vita e lavoriamo con la morte. Siamo tutti lì, sospesi. Ogni secondo diventa prezioso e ogni successo e ogni battaglia persa non sono mai del singolo, ma di tutti.
Quando accogliamo un bambino non badiamo di che nazionalità sia, quale sia il colore della sua pelle o la religione che probabilmente venererà. Lo curiamo, lo prendiamo in cura, lo salviamo, lo coccoliamo, lo assistiamo. Indipendentemente. Come ci impone il nostro codice deontologico, come ci impone la Legge, come ci impone il nostro essere UMANI.
Impariamo a conoscere differenti modi di comunicare, leggere, pregare, reagire.
Ma ci sono sensazioni uguali per qualunque genitore.
L’emozione palpabile del toccare per la prima volta il proprio bimbo, del prenderlo in braccio, del riuscire a fargli succhiare il biberon o del cambiargli semplicemente un pannolino.
E tutti, TUTTI QUANTI, quando escono dal lungo percorso della TIN ringraziano…siano essi italiani, marocchini, indiani, pakistani, albanesi, rumeni. Nessuna differenza.
Nessuna differenza neanche per il nostro Frate Gio, che qualunque sia il tuo Credo, troverà sempre il modo per stare vicino ai piccoli, alle loro famiglie e a tutti noi.
Oggi, come mai, leggiamo notizie e informazioni che trapelano un senso di disumanità e lontananza dall’estraneo. Tutto questo rischia di allontare anche la nostra propensione a fare del bene ogni giorno, sfidando le difficoltà quotidiane di prendersi cura di piccoli umani venuti al mondo troppo presto.
Tuttavia, entrare ogni giorno nel nostro reparto e vedere quei bimbi lottare per la propria battaglia, ci fa capire che non tutto è perduto, che c’è ancora speranza… E c’è ancora FUTURO!”